Fiore artificiale o fiore naturale: qual è davvero la scelta più sostenibile?

Quando pensiamo a un fiore sostenibile, la nostra mente va subito a una rosa fresca, colta da poco. Ma siamo sicuri che sia davvero la scelta migliore per l’ambiente? Questa è la domanda che ci siamo posti qui da Bianchi Dino: come azienda leader nella distribuzione di decorazioni e complementi d’arredo, abbiamo deciso di indagare l’impatto ambientale di uno dei nostri prodotti di punta, la rosa artificiale, per capire quale sia davvero la scelta più sostenibile tra fiore artificiale o naturale.

Per farlo, ci siamo affidati alla Dott.ssa Giulia Farnocchia, dottoranda al terzo anno in ingegneria chimica al politecnico di Torino, con esperienza nel campo dell’analisi del ciclo di vita (LCA, Life Cycle Assessment): una metodologia che permette di quantificare l’impatto ambientale di prodotti e servizi rivelando, anche nel nostro caso, risultati interessanti quanto inaspettati. Scopriamoli insieme a partire da alcuni riferimenti tratti dalla letteratura scientifica.

Cosa contiene davvero un fiore artificiale

Secondo uno studio pubblicato nel 2023 su Science of the Total Environment*, i materiali che compongono le diverse parti dei fiori artificiali sono principalmente:

  • polietilene tereftalato (PET) e fibre di poliestere nei petali, in proporzioni che oscillano tra il 30 e 40% circa del peso totale del fiore;
  • polietilene tereftalato (PET) e fibre di poliestere nelle foglie, in percentuali che vanno dal 4 al 10% circa del peso totale del fiore;
  • polietilene (PE) o polipropilene (PP) nel gambo, con una percentuale del 40/45% circa del peso totale del fiore;
  • metallo (di solito ferro) nell’anima di supporto, per il 20% circa del peso totale del fiore.

La maggior parte delle plastiche utilizzate per la produzione di fiori artificiali – come PET, PE e PP – ha origine fossile, cioè deriva da risorse non rinnovabili come petrolio e gas naturale. La loro estrazione e lavorazione comporta un elevato impatto ambientale, soprattutto in termini di emissioni di gas serra.

Esistono alternative più sostenibili, realizzate a partire da risorse rinnovabili come zuccheri, amido o oli vegetali, oppure prodotte utilizzando energie rinnovabili. Un esempio è il bio-PET. Tuttavia, il suo costo più elevato e la presenza ancora parziale di componenti fossili, ne limitano la diffusione. Materiali alternativi e completamente rinnovabili sono in fase di sviluppo, ma non sono ancora diffusi su larga scala.

D’altro canto un efficiente riciclo può spezzare questo circolo vizioso e permette di ridurre l’impatto ambientale di un ciclo produttivo. Nel corso del nostro studio avremo modo di tornare su questo aspetto, per notare come l’impronta ambientale della produzione di un fiore artificiale cambi a seconda che il materiale di partenza sia riciclato o meno. Per adesso, passiamo a capire quello che sta dietro la coltivazione e la distribuzione di un fiore naturale.

E un fiore naturale?

La produzione di fiori freschi può non essere la scelta più sostenibile, specie quando si tratta di fiori coltivati in serre o importati da paesi extra-europei. Secondo un’analisi pubblicata su Science Direct**, un fiore naturale può comportare un consumo di:

  • acqua fino a 17 litri a rosa, se coltivata in serra per un periodo di 5 mesi (un valore che può variare a seconda che la pianta sia cresciuta in vaso e nel terreno);
  • fertilizzanti e pesticidi in misura variabile;
  • elettricità e calore in misura variabile per l’eventuale trasporto refrigerato e/o il mantenimento delle temperature in serra.

Adesso che abbiamo alcuni riferimenti d’ordine generale, addentriamoci nello studio condotto dalla Dott.ssa Farnocchia prendendo in esame una rosa artificiale.

L ’analisi del ciclo di vita di una rosa artificiale

La Dott.ssa Farnocchia ha applicato la metodologia LCA, conosciuta come analisi del ciclo di vita, integrando dati tratti dal database di Ecoinvent 3.11 e da letteratura. In particolare, per il caso della rosa naturale si è basata sui dati medi tratti dal report pubblicato nel 2021 da Wageningen economic research*** come parte di un progetto volto a studiare l’impatto ambientale di prodotti ortofloricoli.

L’analisi ha l’obiettivo di confrontare l’impatto ambientale della produzione di 1 kg di fiori artificiali e 1 kg di fiori freschi in termini di kg di CO2 emessa e di acqua utilizzata. Sulla base di questa unità funzionale, la Dott.ssa Farnocchia ha condotto lo studio prendendo in considerazione:

  • l’energia e le fonti energetiche utilizzate per la produzione;
  • la presenza di materiali riciclati;
  • il trasporto dalla Cina all’Europa via nave.

Estraendo questi dati, ha calcolato l’impatto in termini di anidride carbonica emessa e litri di acqua consumati per chilogrammo di prodotto seguendo un approccio cradle to gate (letteralmente “dalla culla al cancello”): significa che ha considerato il prodotto dalla sua origine, ovvero dall’estrazione dei materiali necessari alla produzione, fino al suo utilizzo e distribuzione, escludendo il fine vita. Vediamo quindi cosa è emerso dall’analisi sulla base di 5 diversi scenari.

Gli scenari analizzati e i risultati su scala annuale delle emissioni di CO₂ e acqua utilizzata

La nostra analisi d’impatto ambientale ha preso in considerazione la produzione di un fiore nei seguenti scenari:

  • fiore naturale coltivato in serra;
  • fiore naturale coltivato all’aperto;
  • fiore artificiale prodotto utilizzando energia e materia derivata da fonti fossili;
  • fiore artificiale prodotto utilizzando 100% energia rinnovabile e 100% materiale riciclato.

Di seguito sono riportati i risultati considerando che un fiore artificiale può durare in media 8 anni, mentre un fiore naturale ha una durata di circa 10 giorni. Il tutto è stato normalizzato su scala annuale.

Per valutare l’impatto ambientale associato all’acquisto di fiori in Italia, abbiamo preso come riferimento il consumo medio annuale pro capite di 77 fiori, ciascuno dal peso stimato di circa 30 grammi. Abbiamo confrontato due categorie: i fiori naturali (coltivati all’aperto oppure in serra) e quelli artificiali (prodotti con energia rinnovabile oppure con il mix energetico cinese), prendendo in esame le emissioni di gas serra (in kg CO₂ equivalente) e il consumo idrico (in m³ di acqua).

Il confronto mostra che l’impatto ambientale dei fiori naturali può variare molto a seconda della modalità di coltivazione. Nelle coltivazioni all’aperto, la produzione emette circa 4,8 kg CO₂eq e consuma 11,2 m³ d’acqua, mentre nelle coltivazioni in serra, dove si utilizzano riscaldamento e input energetici maggiori, le emissioni salgono fino a 108 kg CO₂eq e il consumo d’acqua a 31,6 m³ (per 77 fiori).

I fiori artificiali, d’altra parte, mostrano impatti molto diversi a seconda della fonte energetica. Quando prodotti con 100% energia rinnovabile e 100% materiale riciclato, il loro impatto è pari a 2,9 kg CO₂eq e 0,9 m³ d’acqua all’anno. Con un mix energetico cinese (circa 60% fossile), le emissioni salgono a 7,12 kg CO₂eq e il consumo idrico a 1,98 m³.

Se si considera l’impatto medio annuo di un fiore artificiale (calcolato come media tra produzione con fonti rinnovabili e con mix energetico cinese), il risultato è di 0,63 kg CO₂eq e 0,18 m³ di acqua all’anno.

È importante sottolineare che questi dati non si riferiscono semplicemente al confronto tra un fiore naturale e uno artificiale, ma sono stati adattati tenendo conto delle differenze nella durata d’uso. Infatti, un fiore naturale dura in media 10 giorni, il che significa che per mantenere una decorazione floreale costante durante l’anno, una persona avrebbe bisogno di circa 36,5 fiori naturali per ogni punto decorativo. Al contrario, un fiore artificiale può durare fino a 8 anni, quindi equivale a 0,125 fiori all’anno per la stessa funzione decorativa. Ne consegue che 1 fiore artificiale equivale, in termini di durata e uso, a circa 292 fiori naturali. Pertanto, quando confrontiamo l’impatto annuo di 77 fiori naturali, stiamo in realtà paragonando la quantità di materiali, energia e risorse necessarie per produrre 77 fiori naturali contro una frazione molto più piccola di fioreartificiale (circa 0,26 unità). Questo rende il confronto ambientale tra le due opzioni pienamente coerente e rappresentativo della realtà d’uso.

Rispetto al valore medio annuo dei fiori naturali (451,2 kg CO₂eq e 171,2 m³ di acqua), il fiore artificiale risulta quindi circa il 99,9% meno impattante sia in termini di emissioni di gas serra che di consumo idrico, a patto che si consideri che un fiore naturale viene sostituito ogni 10 giorni, mentre un fiore artificiale può essere utilizzato per circa 8 anni.

La rosa artificiale come scelta consapevole

Cosa ne deduciamo: possiamo dire che la rosa artificiale sia la scelta sostenibile per eccellenza? Dipende.

Sicuramente l’utilizzo che se ne fa nel tempo è un aspetto determinante: un prodotto che dura anni può ridurre sensibilmente il suo impatto ambientale rispetto a uno destinato a un uso breve. Accanto a questo, i materiali impiegati e il tipo di produzione hanno un ruolo fondamentale. La scelta più sostenibile, quindi, sta nella filiera: solo conoscendola a fondo possiamo valutare il reale impatto ambientale.

L’impegno di Bianchi Dino

Come azienda attenta alla sostenibilità ambientale, stiamo portando avanti diversi progetti di efficientamento energetico e riduzione dei consumi. Ma ciò non basta. Studi come quello condotto per noi dalla Dott.ssa Farnocchia, testimoniano la necessità di ottenere piena consapevolezza dei processi produttivi e di distribuzione se vogliamo davvero iniziare a dare valore all’ambiente che ci circonda.

Ecco perché da Bianchi Dino selezioniamo con cura ogni fornitore, privilegiando produzioni attente all’ambiente e materiali di qualità. Offrire soluzioni decorative che durino nel tempo significa anche lavorare nel rispetto del pianeta. Il nostro impegno va in questa direzione.

Dal 1970 supportiamo la tua visione decorativa con tutta la nostra esperienza e creatività: scopri il nostro shop B2B o contattaci per prenotare una visita in showroom. Sarà un piacere esserti d’aiuto in ogni stagione dell’anno e per ogni iniziativa!

Note al testo:

* Turner, A., & Filella, M. (2023). Chemical characteristics of artificial plastic plants and the presence of hazardous elements from the recycling of electrical and electronic waste. Science of the Total Environment, 900, 166083. https:/ /doi.org/10.1016/j.scitotenv.2023.166083

** H., Li, J., Zhang, L., Zhang, H., He, S., & Wu, H. (2024). Optimizing bent branch numbers improves transpiration and crop water productivity of cut rose (Rosa hybrida) in greenhouse. Agricultural Water Management, 296, 108795. https:/ /doi.org/10.1016/j.agwat.2024.108795

*** Roel Helmes, Pietro Goglio, Rick van der Linden, Irina Verweij-Novikova (2021), Environmental footprint of roses: representative product study https:/ /doi.org/10.18174/542609

RICHIEDI
MAGGIORI
informazioni

Sei un professionista della decorazione, un floral
designer, o un’azienda della grande distribuzione?
Mettiti in contatto con noi! Uno dei nostri operatori
ti risponderà nel più breve tempo possibile.

v